BERTESCA
La parola "bertesca", sost. f. s., appartiene al linguaggio architettonico medievale e indica un elemento tipico delle fortificazioni dell’epoca. Nel lessico dell’architettura militare medievale, la bertesca è infatti un corpo sporgente posto in cima a una cinta muraria, a una torre o a una porta fortificata. È una piccola costruzione in aggetto, spesso in legno (ma talvolta anche in muratura), dalla quale si poteva osservare, difendere e soprattutto colpire dall’alto gli assalitori. Una sorta di balconcino difensivo ante litteram: panoramico, certo, ma dal fascino decisamente contingente.
La bertesca nasce per uno scopo eminentemente pratico: ampliare il punto di vista dei difensori e coprire la zona sottostante alla muratura, quella che dall’interno sarebbe invisibile. Questo corpo aggettante, sorretto da mensole o travi, permetteva di gettare proiettili, liquidi bollenti o poco gradevoli (nei castelli medievali la fantasia non mancava). Alcune bertesche erano chiuse e coperte, altre più leggere e aperte verso l’esterno; potevano essere provvisorie, montate solo in caso di assedio, oppure strutture permanenti integrate nell’edificio.
L’etimologia di "bertesca" è meno fantasiosa di quanto a volte si racconti, ma ben consolidata. Il termine deriva dal francese antico bretesche o bretesse (bretèche in francese moderno), che indicava la stessa struttura difensiva in aggetto. Questa voce è probabilmente legata alla radice germanica brett “asse, tavola”, alludendo alle prime costruzioni lignee usate nelle fortificazioni medievali. Da qui il passaggio nell’italiano medievale, dove la forma si è stabilizzata come "bertesca".
Bertesche sui muri di una casamatta che fa parte
del Fort de Locqueltas, Larmor-Plage, Morbihan (Francia).
Immagine tratta da association-1846.over-blog.com.
In ogni caso, siamo nel campo linguistico franco-normanno che tanta influenza ebbe sul vocabolario dell’architettura militare: merli, feritoie, archibugi, bertesche — un piccolo esercito di parole arrivate da nord e poi pienamente italianizzate.
Le bertesche compaiono soprattutto tra XIII e XV secolo, quando le fortificazioni italiane — comunali, signorili o ecclesiastiche — si evolvevano senza sosta, in una continua rincorsa tra nuovi sistemi d’attacco e nuove soluzioni difensive. Le troviamo in castelli attivi, in rocche umbre e marchigiane, in torri toscane, persino integrate in alcune porte urbane. A differenza dei camminamenti coperti (i chemin de ronde), le bertesche erano punti “a sbalzo”, vere e proprie piattaforme difensive.
Con l’arrivo della polvere da sparo e delle artiglierie, molte di queste strutture divennero obsolete, ma il termine sopravvisse nei documenti tecnici e nella toponomastica. In alcune città italiane, Bertesca o Berteschi è infatti toponimo ancora vivo: traccia linguistica di un’antica fortificazione vicina.
Va infine notato che nei trattati medievali di architettura militare, la bertesca è spesso citata accanto alle caditoie, ma le due strutture non sono perfettamente equivalenti: la caditoia è un’apertura verticale, la bertesca un corpo sporgente che può includere più aperture e funzioni.
Condivo questa etimologia della parola ( fonte Enciclopedia Treccani) "..dal lat. medievale brittisca probabilmente derivato da Brittus bretone cioè propriamente " torre o fortificazione di tipo bretone"
RispondiEliminaBuongiorno e grazie per il commento.
EliminaLa forma latina "brittisca" è attestata, ma la sua interpretazione è discussa: il collegamento storico con strutture ‘bretoni’ non è dimostrato, e le etimologie moderne spesso presentano ipotesi alternative. Per evitare di suggerire certezze dove esistono questioni aperte, ho preferito non includere la forma latina nell’articolo.
Ma Treccani è generalmente affidabilissima perché segue la tradizione romanistica standard, non pubblica etimi speculativi, controlla i dizionari fondamentali (TLFi, FEW, ecc.), e spesso si allinea alla “vulgata accademica” quando non esiste una ragione per rigettarla. Quindi Treccani dà un imprimatur pesante: se accetta "brittisca", non abbiamo nessuna base per considerarla una derivazione dubbia.
L'etimologia di "bertesca" potrebbe quindi essere integrata come segue:
"Dal punto di vista etimologico, bertesca presenta una storia sorprendentemente ben documentata. La parola risale infatti al latino medievale brittisca, attestato già nel IX e X secolo nei significati di “costruzione sopraelevata” e “parapetto”. Tale forma deriva con ogni probabilità da Brittus, “bretone”, attraverso un processo di formazione aggettivale frequente nel latino dell’alto Medioevo (–isca come suffisso etnico).
A partire da brittisca si sviluppano le forme dell’antico francese bretesche / bretesse, poi il francese moderno bretèche, da cui l’italiano bertesca. La tradizione lessicografica (Foerster, FEW, TLFi, Treccani) interpreta il termine nel senso originario di “struttura di tipo bretone”, ipotizzando che la tecnica o il modello costruttivo fossero in qualche modo associati alla Bretagna. Questa spiegazione storico-culturale rimane però non dimostrata, mentre l’evoluzione linguistica è considerata pienamente solida."
Cordiali saluti.