LOSANGHE
Nel linguaggio comune, "losanghe", sost. f. pl. (sing.: "losanga"), indica effettivamente delle figure a quattro lati uguali disposti in modo obliquo, dunque dei rombi. Tutti i principali dizionari definiscono la parola "losanga" come "figura a forma di rombo", o, in araldica, "pezza a forma di rombo con due angoli acuti e due ottusi". La losanga è dunque, tecnicamente, un rombo: ma va detto che non sempre i due termini si equivalgono nell’uso.
Il termine "rombo" appartiene alla terminologia geometrica pura: è il quadrilatero equilatero con gli angoli opposti uguali. "Losanga" si colloca invece in un’area più decorativa, artistica e simbolica. Non si parla di "rombi" sui maglioni o sulle maioliche, bensì di “motivi a losanghe”. In araldica, poi, "losanga" è un termine tecnico, dal significato più preciso: indica la figura disposta secondo la diagonale dello scudo, talvolta più affusolata o allungata rispetto al rombo ideale. Anche nei tessuti, nelle vetrate e nei disegni ornamentali, la losanga conserva quell’idea di ritmo e ripetizione che la geometria pura non suggerisce.
L’etimologia del termine è interessante. "Losanga" proviene dal francese losange, a sua volta forse dal galloromanzo lausinc, derivato da lausa, “pietra piatta”. Altri fanno risalire la radice al tardo-latino losa, sempre nel senso di “lastra a quattro angoli”. Si tratta dunque, in origine, di una parola concreta: non una figura astratta, ma un oggetto solido, una pietra decorativa o un elemento architettonico. Solo in seguito la forma si è fatta concetto, e il concetto è divenuto motivo ornamentale e simbolico.
In definitiva, chi dice che losanghe e rombi sono la stessa cosa, come fa l'autore del rebus 8567, non sbaglia, ma coglie solo un aspetto specifico del termine "losanga". Ogni losanga è un rombo, ma non ogni rombo è una losanga. La losanga porta con sé un tratto visivo, ornamentale, e una certa eleganza terminologica che il più neutro e concettuale rombo non possiede.
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