ILOTI
"Iloti" è la forma plurale di "ilota", sost. m. s., termine con cui nell’antica Sparta si indicava una particolare classe di servi legati alla terra e sottoposti allo Stato. Gli iloti erano una categoria unica nel panorama del mondo greco: né schiavi in senso stretto né uomini liberi, ma qualcosa di inquietantemente intermedio. Appartenevano allo Stato spartano, non ai singoli cittadini, ed erano legati alla terra che coltivavano per conto degli Spartiati, ai quali dovevano consegnare una quota fissa del raccolto. Il resto – se avanzava – era tollerato, non garantito.
Dal punto di vista giuridico e sociale, gli iloti rappresentavano una contraddizione strutturale del mito spartano: mentre Sparta celebrava l’ideale dell’uguaglianza tra i cittadini e la disciplina militare, la sua economia e la sua stabilità poggiavano su una massa di popolazione assoggettata, numericamente superiore e costantemente temuta. Non a caso, gli iloti erano sottoposti a umiliazioni rituali e a una sorveglianza brutale: la krypteia, una sorta di polizia segreta giovanile, aveva anche la funzione di terrorizzarli e decimarli quando necessario. Un sistema educativo, sì — ma non esattamente edificante.
A differenza degli schiavi “classici”, gli iloti vivevano in famiglie, parlavano greco, combattevano talvolta come opliti leggeri e potevano, in casi eccezionali, ottenere la libertà. Ma questa possibilità, lungi dall’essere una speranza reale, era piuttosto uno strumento politico: una valvola di sfogo in un regime fondato sulla paura di una rivolta permanente.
Iloti nei campi della Laconia.
Classe servile di Sparta, vincolata alla terra e sottoposta
allo Stato, in parte assimilabile — con le dovute cautele —
ai servi della gleba del mondo romano.
Il termine "ilota" deriva dal greco εἵλωτες /heílōtes/. L’etimologia era discussa già nell’antichità. Secondo una tradizione antica (riferita, tra gli altri, da Ellenico di Lesbo), il nome deriverebbe da Ἕλος /Hélos/, una città della Laconia i cui abitanti sarebbero stati sottomessi dagli Spartani e ridotti in servitù. Un’altra ipotesi, di carattere più linguistico, collega il termine al verbo ἁλίσκομαι /halískomai/, “essere catturato”), con riferimento allo status di popolazione vinta.
In ogni caso, l’etimo conserva una traccia inequivocabile di violenza originaria: l’ilota è colui che è stato preso, piegato, incorporato a forza nel sistema. Non uno schiavo comprato, ma un vinto ereditario.
Nel linguaggio moderno, ilota è spesso usato in senso figurato per indicare una persona ridotta a condizione di soggezione estrema, privata di autonomia e diritti, soprattutto all’interno di sistemi rigidamente gerarchici. Un termine colto, affilato, e non privo di giudizio morale: chiamare qualcuno “ilota” non è mai un complimento, né pretende di esserlo.
Come molte parole che vengono dall’antichità, ilota ci ricorda che dietro le grandi narrazioni di virtù, ordine e disciplina si nascondono spesso fondamenta meno eroiche. Sparta docet.
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