SPIGOLA
Predatrice per natura, si nutre di piccoli pesci, crostacei e molluschi, cacciando soprattutto al crepuscolo o di notte. Può raggiungere dimensioni importanti, arrivando anche a superare il metro di lunghezza, sebbene gli esemplari pescati o allevati siano generalmente più piccoli.
Si riproduce in mare aperto: le uova e le larve sono pelagiche, cioè vivono in acque libere, mentre i giovani si spostano successivamente verso zone costiere più riparate. Questa strategia contribuisce alla sopravvivenza della specie, anche se non la protegge del tutto da pressioni ambientali e pesca intensiva.
Zoologicamente parlando, spigola e branzino sono esattamente lo stesso pesce. La differenza tra i due nomi non è biologica, ma legata alla lingua e alla geografia. In italiano, “branzino” è considerato un sinonimo regionale di spigola, oggi molto diffuso e spesso preferito nel commercio e nella ristorazione. Entrambi i termini sono corretti e coesistono nell’italiano contemporaneo.
Il nome “spigola” deriva da “spiga”, in riferimento ai raggi rigidi della pinna dorsale. L’origine di “branzino” è meno chiara: si ipotizza una derivazione dal latino branchia (cioè branchia), attraverso forme popolari come “brancia” o “branza” — un’ipotesi considerata plausibile, ma non universalmente accettata.
Oltre a spigola e branzino, esistono altri nomi locali, usati in aree circoscritte, come “labrace”, “luasso”, “ragno”, “spinola” e “baicoli” (quest’ultimo solo al plurale e riferito ai giovani esemplari).
Si tratta di denominazioni regionali che non hanno mai avuto una diffusione nazionale. In particolare, “ragno” è usato in alcune zone dell’Italia centrale, mentre gli altri termini restano legati a contesti locali o storici.
La spigola è un buon esempio di come i nomi dei pesci nascano dall’incontro tra osservazione naturale, tradizione regionale e normalizzazione linguistica. Spigola e branzino restano i due nomi principali e ampiamente accettati, mentre gli altri fanno parte di un lessico dialettale sempre più marginale.
Un solo pesce, tanti nomi. E, come spesso accade, è la lingua — ancor più del mare — a raccontarne la storia.
Commenti
Posta un commento